Avrebbe voluto viaggiare sull’Orient Express nel 1900, avere 20 anni e vivere a Parigi nel ‘68, trovarsi a NY negli anni ’80 per frequentare lo Studio 54.
Lo angoscia il pensiero di non riuscire a leggere tutti i libri possibili prima di tirare le cuoia come previsto a 103 anni.
E’ animato dall’idea di doversi inventare un mestiere a sessant’anni.
Sognava di fare l’attore, ha recitato e fatto stage con compagnie professionali di Teatro in giro per l’Italia con qualche esperienza all’estero (Living Theatre, Mimmo Cuticchio, Baliani, Vacis). Nel 2019 una piccola scena nella serie 1994 andata in onda su SKY. In realtà anche la madre, che amava Mike Bongiorno, sognava per lui un futuro spettacolare, sebbene, da buona donna del Sud, provò ad organizzare il suo matrimonio col posto fisso.
Ama la musica e colleziona molti LP e altrettanti CD, i profumi artigianali, gli orologi, le penne, ma non ha ancora trovato un taglio di capelli adeguato.
A diciotto anni per settecentomila lire acquista una reflex Pentax P30 T, ha fotografato molto finché le macchine digitali e i telefonini fecero sì che Ernesto, straordinario Fotografo e suo mentore, chiudesse il suo laboratorio.
Per lasciare traccia del suo passaggio terracqueo ha scritto un libro (un romanzo di formazione) “Particella 131”, l’editore gli è rimasto amico e questo deve significare qualcosa. Se vorrete acquistare una copia ve ne saremo grati.
Da bambino ha pianto molto e per diverse ragioni finché la sua meravigliosa nonna gli insegnò a volare.
È un ottimista fuori misura, credente, quindi un peccatore.
È un nostalgico della prima Repubblica e di giochi senza frontiere. Il suo sogno nel cassetto è trovare il cassetto.