Profumata, golosa e morbida, la nostra torta al limone senza uova non avrà nulla da invidiare alla classica torta al limone. Le uova, infatti, sono un elemento importante per i dolci: danno struttura e apportano i grassi che li rendono golosi e morbidi. Ma oramai sappiamo che i dolci senza uova sono ugualmente speciali, utilizzando gli altri ingredienti secchi e liquidi in maniera calibrata. Il risultato? Un dolce più leggero dall’avvolgente aroma di limone dato da scorza e succo agrumato. La semplice bontà della torta al limone senza uova garantirà una merenda perfetta per tutta la famiglia!
Venite a scoprire altre delizie soffici e golose:
Torta con crema al limone
Torta al limone
Ciambella senza uova
Torta all’acqua al limone e zenzero
Torta senza uova
Torta rovesciata al limone,
Per preparare la torta al limone senza uova fate fondere il burro a fuoco dolce e lasciate intiepidire. Quindi versatelo in una ciotola con lo zucchero di canna (1), unite la scorza di limone (2). Lavorate gli ingredienti con una frusta (3).
Aggiungete la farina 00 (4),la farina di mandorle (5), la maizena e il lievito (6).
Mescolate velocemente, quindi unite anche il succo di limone (7) e il latte a temperatura ambiente (8). Lavorate gli ingredienti sino ad ottenere un impasto cremoso ed omogeneo (9).
Trasferite l’impasto in uno stampo leggermente svasato da 22 cm di diametro, precedentemente imburrato e infarinato (10). Livellate la superficie con il dorso del cucchiaio (11). Cuocete in forno statico a 170° per circa 55 minuti. Prima di sfornare fate sempre la prova dello stecchino (tempi di cottura sono sempre variabili), una volta pronta (12) aspettate che si intiepidisca prima di sformarla.
Sformate e fate raffreddare completamente su una gratella (13). Per decorare con zucchero a velo potete sistemare un piattino piccolo sopra la torta al centro e spargere intorno lo zucchero a velo (14), così che cada solo all’esterno. Decorate pooi con una fettina di limone e servite la vostra torta al limone senza uova (15)!
Conservazione
La torta al limone senza uova si conserva per 3 giorni sotto una campana di vetro. E’ possibile congelarla dopo la cottura.
Consiglio
Arricchite la vostra torta al limone senza uova con gocce di cioccolato o uvetta a vostro piacimento!
Freschezza e bontà, bellezza e gusto: tutto racchiuso nel guscio fragrante delle crostatine con mango e Nutella®! Godetevi questo piccolo ma straordinario dessert che combina perfettamente la dolcezza naturale del mango, frutto esotico dalle mille proprietà, con la cremosità inimitabile di Nutella®. Un solo morso per amarle, tutto il tempo per assaporarle: scoprirete la base di frolla ai cereali e la farcitura cremosa e succosa al tempo stesso! Dimenticate le tradizionali crostatine ed esplorate nuovi accostamenti di sapori con queste deliziose crostatine!,
Ingredienti per la frolla ai cereali (per 8 crostatine)
Farina 00 380 g
Mix di cereali 100 g (avena, orzo, segale, riso, grano)
Uova 110 g (circa 2 medie)
Burro 130 g
Zucchero di canna 100 g
Tuorli 35 (di circa 2 uova medie)
Sale fino 1 pizzico
per farcire
Nutella® 120 g
Mango 1
Cocco rapè q.b.
Lamponi 4
Preparazione
Per preparare le crostatine con mango e Nutella® versate in una ciotola la farina (1), il mix di cereali (2) e il burro freddo a pezzetti, tirato fuori dal frigo 5 minuti prima di lavorarlo (3). Lavorate velocemente con le dita per ottenere un composto sabbioso.
Aggiungete all’impasto lo zucchero di canna (4), il sale e lavorate per qualche secondo. In ultimo aggiungete le uova intere (5) e i tuorli (6).
Impastate ancora velocemente (7), il tempo di ottenere un impasto omogeneo e compatto (8). Avvolgete con pellicola (9) e lasciate riposare in frigorifero per almeno 1 ora.
Trascorso il tempo di riposo infarinate leggermente il piano di lavoro e il panetto (10) e stendete la frolla con l’aiuto di un mattarello sino a raggiungere lo spessore di ½ cm (11). Vi serviranno 8 stampini leggermente svasati da 9 cm (miura alla base) 10 cm (misura in superficie) e 3 cm di altezza: poggiateli sulla frolla e ritagliate tutto intorno lasciando 2 cm dal bordo (12).
Distribuite il disco ottenuto nello stampino, pressando delicatamente per farlo aderire a base e bordi, quindi eliminate la frolla in eccessto rifilando i bordi con la lama di un coltellino (13). Forate la base della frolla con i rebbi di una forchetta e cuocete in forno statico preriscaldato a 180° per 20 minuti, sino ad ottenere dei gusci dorati. Sfornate e lasciate raffreddare completamente prima di sformare. Nel frattempo sbucciate il mango (15).
Dividetelo a metà e poi tagliatelo a fettine sottili (circa 3 mm) (16). Riprendete le frolle (17), riempite un sac-à-poche con bocchetta a stella da 12 mm, con Nutella®. Farcite ciascun guscio di frolla con 15 g di Nutella® partendo dal centro fino ai bordi (18).
Decorate metà della superficie con le fettine di mango, sovrapponendole in modo da formare dei petali (18). Potete terminare la decorazione aggiungendo una spolverata di cocco rapè (20) e mezzo lampone. Le crostatine con mango e Nutella® sono pronte per essere gustate (21).
Conservazione
Consigliamo di consumare in giornata le crostatine con mango e Nutella®. La pasta frolla con i cereali può essere preparata il giorno prima e conservata in frigo oppure congelata.
Consiglio
Potete sostituire lo zucchero di canna con lo zucchero semolato mantenendo invariato il dosaggio.
Se come noi siete amanti dei primi piatti dai sapori intensi e decisi non perdetevi i nostri spaghetti con colatura di alici e pomodorini. Si tratta di un sughetto espresso arricchito da un ingrediente speciale che darà un marcia in più alla pietanza: la colatura di alici, una salsa ricavata dalla salamoia delle alici sotto sale. Questo condimento, dal gusto concentrato e pungente, donerà al piatto un tocco sapido e dal profumo di mare che solleticherà i vostri palati. Un sughetto dolce, realizzato con pomodorini gialli, bilancerà sapientemente i sapori. A completare il piatto una cascata croccante di pistacchi saltati in padella, che conferirà un tocco raffinato, elegante e naturalmente gustoso!
Venite a curiosare tra le nostre specialità di primi piatti di pesce:
Spaghetti con le acciughe e il pangrattato
Spaghetti all’arancia con acciughe
Bavette con alici al pesto di finocchietto
Parmigiana di alici,
Per realizzare gli spaghetti con colatura di alici e pomodorini iniziate dal crumble di pistacchi: in una ciotola versate i pistacchi tritati e il pangrattato (1) e mescolate (2). In un padellino a fuoco medio scaldate l’olio (3).
Unite il pangrattato ed i pistacchi (4), salate leggermente (5) e cuocete per qualche minuto, mescolando spesso (6) così da avere una tostatura uniforme. Quando saranno ben croccanti, tostati e fragranti, rimuovete il tutto dal fuoco e fate raffreddare.
Lavate i pomodorini, poi tagliali a metà nel senso della lunghezza (7); lascia da parte. Per il sugo: dividete a metà il peperoncino (8), scaldate in una padella ampia l’olio insieme ad uno spicchio d’aglio schiacciato e a metà peperoncino (9).
Unite anche le olive (10) 3 i capperi (11). Quando il tutto inizia a soffriggere, cuocete per un minuto circa, poi eliminate l’aglio e il peperoncino (12).
Unite i pomodorini gialli (13) e fate saltare a fiamma vivace per 5 minuti. Aggiungete un pizzico di zucchero per bilanciare l’acidità del pomodoro se necessario, quindi insaporite anche qualche fogliolina di basilico spezzettato con le mani (14). Cuocete per una quindicina di minuti, a fiamma dolce, comprendo con un coperchio (15).
Portate quindi a bollore una pentola d’acqua leggermente salata (ricorda che la colatura, così come i capperi sono già molto sapidi): cuocete la pasta e cuocila 4 minuti in meno rispetto a quanto riportato sulla confezione (16). Scolate la pasta e terminate la cottura direttamente in padella (17), aiutandovi con tanta acqua di cottura della pasta quanta necessaria (18).
Una volta cotta, fuori dal fuoco, unite la scorza del limone (19) e la colatura di alici. Mescolate aggiungendo a filo un paio di cucchiai d’olio (21), così da emulsionare bene il sugo.
Servite immediatamente (22) sormontando il tutto con il crumble di pistacchi (23). Gli spaghetti con colatura di alici e pomodorini sono pronti per essere gustati (24).
Conservazione
Consigliamo di consumare la pasta non appena pronta.
Consiglio
La colatura di alici è molto sapida pertanto raccomandiamo di salare la preparazione con parsimonia.
Cosa succede se gli gnocchi di patate incontrano la parmigiana di melanzane? Dall’unione di due ricette così appetitose non può che nascere un primo piatto eccezionale: gli gnocchi alla parmigiana! Una variante ancora più succulenta degli gnocchi alla sorrentina arricchita con cubetti di melanzane fritte e provola filante… impossibile resistere alla tentazione di affondare la forchetta nella teglia ancora fumante! Se pensate che fare gli gnocchi con le vostre mani sia troppo impegnativo potete anche scegliere di utilizzare la pasta, come per esempio i lumaconi, ma seguendo le nostre indicazioni potrete portare avanti contemporaneamente le varie preparazioni ottimizzando così i tempi. Ecco quindi una nuova idea per il menù della domenica: con gli gnocchi alla parmigiana l’acquolina in bocca è assicurata!,
Semola di grano duro rimacinata q.b. (per spolverizzare)
Per il sugo
Passata di pomodoro 700 g
Basilico 6 foglie
Aglio 2 spicchi
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale fino q.b.
Per le melanzane
Melanzane 650 g
Farina di riso 60 g
Olio di semi di arachide q.b. (per friggere)
Per condire
Provola 300 g
Grana Padano DOP 80 g
Preparazione
Per realizzare gli gnocchi alla parmigiana, iniziate dagli gnocchi: lessate le patate partendo da acqua fredda per circa 30-40 minuti a partire dal bollore (1); quando riuscirete a infilzarle facilmente con una forchetta potrete scolarle. Passate al sugo, soffriggendo in casseruola l’aglio con l’olio per qualche minuto. Versate la passata di pomodoro (2), salate e aggiungete le foglie di basilico (3).
Coprite con un coperchio e cuocete a fuoco dolce per almeno 60 minuti (4); trascorso questo tempo rimuovete l’aglio dalla padella. Mentre il sugo e le patate cuociono, occupatevi delle melanzane: lavatele e tagliatele a cubetti di circa 2-3 cm (5), poi infarinatele con la farina di riso (6).
Portate l’olio di semi a una temperatura di 170°. Setacciate le melanzane per eliminare la farina in eccesso e friggetele un po’ per volta (7). Quando saranno belle dorate, scolate le melanzane (8) e trasferitele su carta assorbente da cucina (9). Tenete da parte.
Sistemate la farina a fontana sulla spianatoia e schiacciatevi sopra le patate ancora calde (10); la buccia rimarrà all’interno dello schiacciapatate. Aggiungete l’uovo che avrete leggermente sbattuto insieme a un pizzico di sale (11), poi amalgamate il tutto con le mani (12). Non lavorate troppo l’impasto, altrimenti gli gnocchi risulteranno duri.
Quando avrete ottenuto un impasto morbido e omogeneo (13) prelevate una porzione per volta e stendetela con la punta delle dita per ottenere dei filoncini dello spessore di 2 cm (14); nel frattempo coprite l’impasto rimanente con un canovaccio per evitare che si secchi. Tagliate i filoncini a tocchetti (15).
Trascinate i tocchetti sui rebbi di una forchetta per ottenere le classiche rigature (16); aiutatevi spolverizzando il piano con la semola per evitare che si attacchino. Man a mano che saranno pronti sistemate gli gnocchi su un canovaccio leggermente infarinato con la semola, distanziandoli l’uno dall’altro (17). A questo punto mettete sul fuoco una pentola con acqua abbondante e intanto tagliate la provola a cubetti (18).
Quando l’acqua bolle, salate e versate pochi gnocchi per volta (19). Non appena verranno a galla potete scolare gli gnocchi e trasferirli direttamente nel sugo di pomodoro (20). Mescolate bene per amalgamare gli gnocchi al condimento (21).
Unite anche le melanzane fritte e mescolate ancora (22). Prendete una pirofila di 24×24 cm e versate all’interno metà degli gnocchi così conditi, poi aggiungete metà della provola a cubetti (23) e spolverizzate con metà del Grana grattugiato (24).
Ripetete gli strati aggiungendo la restante metà degli gnocchi (25), della provola e del Grana grattugiato (26). Accendete il grill del forno a 240° e infornate per 4-5 minuti, poi aggiungete qualche fogliolina di basilico (27). I vostri gnocchi alla parmigiana sono pronti per essere serviti ben caldi!
Conservazione
Gli gnocchi alla parmigiana si possono conservare per un giorno in frigorifero e riscaldarli in forno prima di servirli.
Potete preparare gli gnocchi di patate e conservarli sul canovaccio per un paio d’ore al massimo; in questo caso la cottura sarà leggermente più lunga perché si saranno essiccati all’aria. In alternativa potete congelarli e poi cuocerli tuffandoli nell’acqua bollente salata senza scongelarli.
Consiglio
Potete sostituire la provola con un altro formaggio a pasta filata come per esempio la mozzarella; in questo caso potrebbe essere necessario scolarla prima di aggiungerla alla preparazione.
Per ottenere la consistenza ideale degli gnocchi è importante utilizzare le patate rosse o invecchiate e lavorarle mentre sono ancora calde!
Le crocchette sono sempre una grande tentazione, ma col fritto si sa è meglio non esagerare… per questo vi proponiamo anche delle gustose varianti al forno, magari a base di verdure, come le crocchette zucchine e speck! Queste polpette sono arricchite con robiola e cubetti di speck per un impasto morbido e saporito. Grazie alla cottura in forno, poi, risulteranno leggere e sfiziose e niente vi vieterà di mangiarne una dietro l’altra! Perfette come antipasto, le crocchette zucchine e speck sono anche un’ottima idea da proporre ai più piccoli.,
Per preparare le crocchette zucchine e speck, per prima cosa lavate e spuntate le zucchine, poi tagliatele grossolanamente a rondelle (1). Trasferite le zucchine in un mixer (2) e tritatele, avendo cura di non ridurle in purea (3).
Tagliate lo speck a cubetti (4). Versate le zucchine tritate in una ciotola e aggiungete il pangrattato (5) e il Parmigiano grattugiato (6).
Mescolate per amalgamare, poi unite anche il prezzemolo (7), il sale (8) e la robiola (9).
Mescolate ancora e infine aggiungete lo speck (10). Lavorate il tutto con un cucchiaio per ottenere un composto morbido e consistente (11). Ungetevi i palmi delle mani con olio di oliva e formate delle palline dalla forma leggermente schiacciata (12); con queste dosi otterrete circa 12 crocchette.
Ricoprite le crocchette con il pangrattato (13) e adagiatele su una leccarda foderata con carta forno. Condite con un giro d’olio (14) e cuocete in forno ventilato preriscaldato a 180° per circa 30 minuti. Quando saranno belle dorate, sfornate e servite le vostre crocchette zucchine e speck (15)!
Conservazione
Le crocchette zucchine e speck si possono conservare in frigorifero per un giorno, in un contenitore ermetico.
Potete congelarle da crude e poi cuocerle direttamente da congelate, regolandovi sui tempi di cottura.
Consiglio
Potete sostituire lo speck con prosciutto cotto o salame, oppure ometterlo per realizzare delle crocchette vegetariane!
Il brandacujun non è un piatto esotico, arriva dalla Liguria proprio come la panissa! E’ un buonissimo antipasto a base di stoccafisso mantecato con le patate, morbido e aromatico, da gustare spalmato su crostoni di pane tostato. Una ricetta antica che per consistenza e procedimento richiama altri piatti regionali, come il celebre baccalà mantecato alla veneziana. Pare che questa preparazione fosse in voga tra i marinai: sulle navi non mancavano mai stoccafisso e patate, alimenti pratici da conservare e cucinare durante le lunghe traversate in mare. Ci sono varie spiegazioni sul singolare nome Brandacujun, la meno “maliziosa” riguarda il gesto tradizionale di roteare ripetutamente (ovvero brandare) durante la cottura. Così facendo le patate e lo stoccafisso si sfaldano e si amalgamano, ottenendo una mantecatura perfetta. Il risultato è infatti un piatto cremoso e avvolgente dai sapori rustici ma intramontabili! Partite dallo stoccafisso già ammollato, così da saltare la fase più lunga!
Scopri altri modi per preparare baccalà e stoccafisso:
Baccalà alla vicentina
Baccalà con uvetta e pinoli
Baccalà alla livornese
Per preparare il brandacujun taglliate lo stoccafisso (già ammollato) in pezzi abbastanza grossi (1). Poi sbucciate anche le patate e tagliatele a tocchetti grossolani (2). Lavate e tritate il prezzemolo (3).
In una pentola versate lo stoccafisso (4) e le patate, coprite con acqua fredda (5) e portate a bollore, ci vorranno circa 30-40 minuti di cottura a fuoco medio-alto. Mentre il pesce cuoce, con una schiumarola eliminate la schiuma che si forma in superficie (6).
Lo stoccafisso sarò pronto quando inizierà a sfaldarsi. Scolatelo (7) e lasciatelo intiepidire. Eliminate la pelle (8) e le lische (9) dello stoccafisso (8) (questa operazione si esegue più facilmente dopo la cottura). Mentre lo pulite, sbriciolatelo con le mani per sfilacciarlo.
Tritate l’aglio (10), poi versatelo in tegame abbastanza capiente dove avrete scaldato un filo d’olio (11) (12), fate insaporire bene a fuoco moderato.
Aggiungete lo stoccafisso con le patate (13), versate altro olio (14) e il prezzemolo tritato (15).
Chiudete con un coperchio e proseguite la cottura a fuoco lento. Ogni 5-7 minuti roteate fuori dal fuoco la pentola per amalgamare (16). In totale dovrete cuocere per 1 ora circa, roteando di tanto in tanto e versare il resto dell’olio un po’ per volta nel corso della cottura (17). A fine cottura, quando tutto risulterà ben sfaldato, salate (18) e pepate.
Togliete dal fuoco (19) e profumate con la scorza del limone (20) . Il Brandacujun è pronto per essere gustato! Servitelo caldo, tiepido o anche freddo su crostini di pane tostato (21).
Conservazione
Il brandacujun può conservare in frigo per 2-3 giorni. Si sconsiglia la congelazione.
Consiglio
Il rapporto tra Stoccafisso e patate e 2:1. Cosi si ottiene una buona consistenza e non si perde il sapore del stoccafisso. Potete accompagnare il Brandacujun con del pane tostato, olive taggiasche e pinoli tostati. In alcune versioni della ricetta è previsto l’utilizzo del baccalà in alternativa allo stoccafisso.
Attenzione a non confondere lo stoccafisso con il baccalà, si tratta sempre di merluzzo, ma cambia il metodo di conservazione: nel primo caso il pesce viene essiccato all’aria fredda, mentre nel secondo viene messo sotto sale. In entrambi i casi è necessario ammollarlo prima dell’utilizzo o acquistarlo già ammollato.
Il kefir è una bevanda nutriente simile allo yogurt, ma più liquida. E’ possibiel fare il kefir in casa in due modi, come vi mostreremo, partendo dal latte, acqua senza cloro (minerale) o da altre bevande vegetali. Per realizzare questa ricetta avrete bisogno di procurarvi dei granuli di kefir, la cosa migliore sarebbe chiedere ad un amico che già la produce a casa, altrimenti potrete acquistarli facilmente. Il kefir d’acqua a differenza del kefir di latte ha un sapore frizzante, dissetante e leggermente alcolico. Generalmente ci sono quattro valori che possono influenzare il gusto del prodotto finale: il tempo e la temperatura di fermentazione, gli ingredienti aggiunti, la quantità di grani usati. Ovviamente non esiste una regola generale, noi vi proponiamo le versioni che ci hanno convinto di più, ma potrete personalizzarle in base ai vostri gusti. Oltre a bere il kefir potrete utilizzarlo per tante ricette in cucina! Scoprite anche:
Come fare lo yogurt
Come fare la panna acida
Come fare il latticello
Come fare il primosale,
Per preparare il Kefir di latte aprite la bustina e scolate i grani con un setaccino di plastica. Versate il latte a temperatura ambiente in una brocca (2) e aggiungete i grani (3).
Mescolate con un mestolo di legno (4) e coprite con un canovaccio da cucina. Bloccate il canovaccio alla brocca con un elastico (5), in modo da non farlo spostare e lasciate fermentare ad una temperatura di 18-30°, in un luogo non esposto alla luce del sole. Potete conservare il kefir in forno spento solo con la luce accesa. Il tempo può variare dalla temperatura: più è alta meno tempo ci metterà il Kefir a fermentare. Dopo 18 ore potete verificare la consistenza e, in base alla temperatura, potrebbe già essere pronto (se la temperatura è stata mantenuta costante). Trascorso questo tempo filtrate il composto in una ciotola, in modo da separare i grani (6).
Smuovete bene il composto con un mestolo (7); non gettate i grani, ma riutilizzateli per preparare altro kefir seguendo la stessa procedura. Non sarà necessario lavarli, ma se preferite potete farlo una volta alla settimana con acqua fredda. Trasferite quindi il vostro kefir di latte in una brocca (8), copritelo e lasciatelo in frigorifero per un paio d’ore prima di gustarlo (9).
Come preparare il kefir d’acqua
Per il kefir d’acqua, in una ciotola versate l’acqua a temperatura ambiente. Aggiungete lo zucchero di canna (10) e il sale (11). Mescolate con una frusta di gomma fino a farli sciogliere completamente (12).
Aggiungete all’interno i grani di kefir d’acqua (13), la fetta di limone e i datteri (14). Trasferite in una caraffa (15).
Coprite con un canovaccio da cucina bloccandolo con un elastico (16). Lasciate a fermentare a temperatura di 18-30° per 24 ore lontano da la luce solare. Il tempo dipende molto dalla temperatura più è alta meno ci metterà a fermentare. Assaggiate l’acqua fermentata fino a trovare il punto della fermentazione che più vi piace. Trascorso il tempo di fermentazione filtrate il composto (17). La frutta può essere mangiata, mentre con i grani che avrete filtrato potrete preparare di nuovo il vostro kefir d’acqua. Il kefir d’acqua è pronto da servire (18).
Conservazione
Il kefir (sia di latte che d’acqua) si può conservare in frigorifero ben coperto per una settimana. Tenete presente che il livello di acidità continuerà ad aumentare nei giorni successivi.
I granuli di kefir si possono conservare in frigorifero fino a 15 giorni. Sarebbe preferibile rinnovarli al massimo ogni 7 giorni, altrimenti le colture potrebbero andare in letargo e per essere attive come prima ci vorranno alcuni giorni.
L’unico modo per conservare più a lungo i granuli di kefir è quello di congelarli o disidratarli, ma non è assicurato che tutti i microrganismi sopravvivano.
Consiglio
Per la preparazione non utilizzate utensili in metallo: il kefir, infatti, è un alimento acido che potrebbe assorbire alcune sostanze contenute nei metalli. Il consiglio è quindi quello di utilizzare una ciotola in vetro, un colino in plastica e un mestolo di legno.
Se preparate contemporaneamente sia il kefir di latte che quello d’acqua prestate molta attenzione alle contaminazioni. Non usate gli stessi strumenti o disinfettateli bene per evitare contaminazioni incrociate che danneggerebbero la qualità delle colture.
La temperatura migliore è quella tra i 20 e i 25°. Se la temperatura è molto alta il kefir fermenterà velocemente, viceversa con una temperatura bassa fermenterà lentamente.
Per realizzare la crostata bicolore abbiamo scelto di intrecciare insieme due gusti di pasta frolla e di farcirla con due golose tipologie di crema pasticcera: classica e al cioccolato. Sapete che amiamo le crostate e cerchiamo di inventarne sempre di nuove, buone e accattivanti, proprio come questa! La decorazione è davvero speciale, ma anche il gusto non è da meno, alta e ricca di crema è così golosa che piacerà proprio a tutti. Un doppio gusto per una merenda davvero originale! E se siete amanti delle crostate provate anche quella a strati e questa versione con ricotta e marmellata!,
Per preparare la crostata bicolore come prima cosa occupatevi della pasta frolla. Tagliate il burro freddo a cubetti e versatelo nella ciotola di una planetaria, dotata di foglia (1). Aggiungete la farina (2) e lo zucchero (3).
Azionate la planetaria e lavorate per circa 2 min. Unite le uova intere (4) ed i tuorli (5). Azionate nuovamente la macchina e lavorate sino ad ottenere in impasto omogeneo e compatto (6).
Trasferite l’impasto su un piano, lavorate brevemente il tempo di compattarlo e dividerlo in due parti uguali (7). Trasferite nuovamente in planetaria una delle due metà e aggiungete il cacao amaro (8). Lavorate con il gancio a foglia poco tempo, sino ad ottenere un impasto dal colore uniforme (9).
Trasferitelo nuovamente sul piano e compattatelo, senza scaldarlo eccessivamente con le mani (10). Formate quindi due panetti, uno al cacao ed uno bianco, avvolgeteli nella pellicola (11) e lasciate riposare in frigorifero per almeno 30 minuti. Nel frattempo preparate la crema pasticcera. Unite in un pentolino lo zucchero ed i tuorli (12).
Amalgamateli con una spatola, così non si incorporerà aria, poi unite la farina (13). Mescolate sempre con la spatola (14). In un altro pentolino versate il latte e scorza grattugiata di limone (15). Portate a bollore.
Non appena il latte inizierà a bollire, versatene una piccola quantità sul composto di uova (16), mescolando con una spatola. Versate quindi tutto il latte, mescolate con spatola o frusta e riportate sul fuoco. Cuocete (17) sino a che la crema si sarà densata e sarà quasi arrivata a bollore. Dividete la crema in due parti uguali, trasferendola in due ciotole separate (18).
Aggiungete il cioccolato tritato in una delle due ciotole (19), mescolate bene con una spatola o una frusta fino a che non si sarà sciolto ed avrete ottenuto un composto omogeneo (20). Coprite entrambe le creme con pellicola (21) e lasciate raffreddare in frigorifero per circa 1 ora.
Per comporre e cuocere la crostata bicolore
Quando la crema sarà fredda e la frolla avrà riposato, potrete comporre la vostra crostata. Stendete prima la frolla bianca fino ad ottenere un rettangolo spesso circa 3-4 mm (22). Da questo ricavate delle striscioline larghe circa 1 cm (23). Ripetete la stessa operazione anche per la frolla al cacao (24).
Stendete ora un foglio di carta forno su un piano. Posizionate quindi orizzontalmente una striscia al cacao. Adagiate l’inizio di una bianca su quella al cacao, posta per pendicolare (25), affiancate una al cacao (26). Proseguite in questo modo alternando i colori, per questa fase serviranno 8 strisce bianche e 8 al cacao (27).
A questo punto sollevate delicatamente tutte le strisce al cacao (28), per posizionare sulle strisce bianche, un’altra striscia bianca (29). Poi riposizionate le strisce al cacao, e stavolta sollevate le strisce bianche (30).
A questo punto posizionate una striscia al cacao in orizzontale (31), poi ribaltate nuovamente in posizione le striscioline bianche (32) e proseguite in questo modo, alternando i colori fino a terminare il vostro intreccio (33) e ottenere un quadrato.
Utilizzando l’anello della tortiera a cerniera da 22 cm, coppate l’intreccio (34) e tenete da parte in frigo perchè si rassodi meglio (35), servirà successivamente. Raccogliete tutti li scarti di frolla, così da realizzare la base variegata della crostata (36).
Schiacciate bene con le mani direttamente sul fondo, in modo da stendere la pasta sia alla base (37) che sui bordo. Alzatelo il più possibile visto che dovrà contenere le due creme. Con un coltellino eliminate l’eccesso di pasta (38). Versate prima la crema pasticcera classica all’interno, livellate con il dorso di un cucchiaio (39) trasferite in frigo per 10 minuti.
Trasferite la crema pasticcera al cioccolato su quella classica e livellate con il dorso di un cucchiaio (40). Posizionate sopra la crema il coperchio di frolla bicolore, che avevate conservato in frigo, sollevandola e adagiandola molto delicatamente (41) e schiacciate lievemente i bordi per farli aderire al guscio di frolla. Cuocete in forno statico preriscaldato a 170° per 45 minuti. Portare poi il forno a 180° e proseguite la cottura per altri 15 minuti. Sfornate (42) e lasciate raffreddare completamente prima di servire la vostra crostata bicolore.
Conservazione
La crostata bicolore si conserva in frigorifero per 3 giorni.
Consiglio
Per trasferire le creme all’interno della crostata più facilmente, vi consigliamo di utilizzare un sac-à-poche.
In questo caso all’interno della crema abbiamo usato farina e non amido poichè avrà una seconda cottura in forno.
Potete aromatizzare la frolla con della vaniglia e la crema con un pizzico di cannella.
I cavatelli, come le orecchiette, sono un formato di pasta fresca senza uova, con solo semola e acqua. La chef Caterina Ceraudo ci propone la sua versione: i cavatelli di patate! Una variante morbida e appetitosa grazie all’aggiunta delle patate lesse nell’impasto. Osservando con attenzione i movimenti delle sue mani imparerete a conferire a ogni singolo pezzetto di pasta la tipica forma concava, simile a una piccola conchiglia, perfetta per raccogliere qualsiasi tipo di condimento. Provateli come se fossero gnocchi con un semplice sugo di pomodoro fresco e ricotta stagionata, oppure sperimentate nuovi abbinamenti: con i cavatelli di patate ogni primo piatto diventerà irresistibile!,
Per preparare i cavatelli, per prima cosa lessate le patate partendo da acqua fredda fino a quando saranno abbastanza morbide da poterle infilzare facilmente con la forchetta (1); ci vorranno 30-40 minuti, a seconda della dimensione. Mescolate la farina con la semola (2), poi schiacciate le patate all’interno della ciotola (3); la buccia rimarrà all’interno dello schiacciapatate.
Aggiungete anche l’acqua a temperatura ambiente (4) e amalgamate il composto con le mani (5), poi trasferitevi sulla spianatoia e continuate a lavorare per ottenere un impasto liscio e omogeneo (6).
Con un tarocco dividete l’impasto ottenuto in porzioni più piccole (7), infarinate leggermente il piano di lavoro e stendetele con la punta delle dita per ottenere dei cordoncini dello spessore di circa 1 cm (8). Tagliate i cordoncini a pezzetti della lunghezza di massimo 2 cm (9).
Con il pollice premete ogni pezzetto dal lato del taglio e trascinatelo sulla spianatoia dal basso verso l’alto (10) così da creare la classica forma concava (11). Sistemateli man mano su un canovaccio leggermente infarinato, dopodiché i cavatelli di patate sono pronti per essere cotti e conditi a vostro piacimento (12)!
Conservazione
Una volta pronti, potete decidere se cuocere subito i cavatelli, oppure essiccarli o congelarli.
Se decidete di essiccarli lasciateli per una notte su un canovaccio infarinato distanziandoli l’uno dall’altro; il tempo può variare a seconda dell’umidità presente nella stanza. Potete conservarli per un mese all’interno di un barattolo o di un sacchetto.
Se scegliete di congelarli, distribuite i cavatelli su un vassoio e riponeteli in freezer per circa mezz’ora prima di trasferirli in un sacchetto senza il rischio; in questo modo non si attaccheranno fra di loro.
Consiglio
I cavatelli freschi vanno cotti in acqua salata bollente e possono essere scolati non appena salgono a galla. Al contrario, i cavatelli essiccati o congelati avranno bisogno di qualche minuto in più di cottura!
I cavatelli di patate sono una morbida variante dei classici cavatelli, un formato di pasta di semola che viene spesso abbinato a salsiccia, cime di rapa o cozze. La chef Caterina Ceraudo ci propone un condimento ancora più semplice, incredibilmente gustoso: i cavatelli di patate con pomodorini e ricotta! Un primo piatto che porta con sé il sapore dell’estate grazie al sugo di pomodoro fresco profumato con scorza di limone ed erbe aromatiche, a cui si aggiunge alla fine una generosa grattugiata di ricotta affumicata. Solo pochi ingredienti genuini e tanta passione per un risultato straordinario… ecco il segreto dei cavatelli di patate con pomodorini e ricotta!,
Per realizzare i cavatelli di patate con pomodorini e ricotta, per prima cosa lessate le patate per la preparazione dei cavatelli (1); ci vorranno 30-40 minuti a seconda della dimensione, fino a quando riuscirete a infilzarle facilmente con la forchetta. Nel frattempo dedicatevi al condimento: lavate e asciugate i pomodorini, poi con la punta di un coltellino incidete la buccia di una delle estremità (2). Portate a bollore una pentola con l’acqua e sbianchite i pomodorini per circa 30 secondi (3).
Scolate i pomodorini e immergeteli in una ciotola con acqua e ghiaccio (4), poi rimuovete la pellicina esterna (5). In una padella soffriggete brevemente l’aglio nell’olio, poi versate i pomodorini interi spellati (6).
Aggiungete il sale (7) e il peperoncino (8) e cuocete a fiamma vivace per 20 minuti, versando un po’ d’acqua al bisogno e schiacciando i pomodori più grandi con il mestolo (9).
Quando le patate saranno cotte mescolate la semola e la farina in una ciotola (10), poi aggiungete le patate schiacciate (la buccia rimarrà all’interno dello schiacciapatate) (11) e l’acqua (13).
Iniziate a impastare con le mani (13), poi trasferitevi sulla spianatoia e continuate a lavorare fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo. Dividete l’impasto in porzioni più piccole con l’aiuto di un tarocco (14) e stendetele con la punta delle dita sul piano leggermente infarinato per formare dei cordoncini dello spessore di circa 1 cm (15).
Tagliate i cordoncini a pezzetti della lunghezza di massimo 2 cm (16). Col pollice premete ogni pezzetto di pasta dalla parte del taglio e trascinatelo sulla spianatoia dal basso verso l’alto per creare la tipica forma concava (17). Man mano che saranno pronti, sistemate i cavatelli su un canovaccio leggermente infarinato (18).
Nel frattempo mettete sul fuoco una pentola con l’acqua, salate al bollore e cuocete i cavatelli (19). Quando verranno a galla, scolate i cavatelli nella padella con il condimento (20) e aromatizzate con l’origano fresco (21).
Aggiungete anche il timo fresco (22) e la scorza di limone grattugiata (23), poi mescolate bene e mantecate tutto sul fuoco per qualche istante (24).
Siete pronti per impiattare: distribuite i cavatelli così conditi nei piatti (25), poi completate con un’abbondante grattugiata di ricotta affumicata (26). I vostri cavatelli di patate con pomodorini e ricotta sono pronti per essere serviti (27)!
Conservazione
Si consiglia di consumare subito i cavatelli di patate con pomodorini e ricotta. In alternativa potete conservarli in frigorifero per un giorno al massimo.
Se desiderate preparare in anticipo i cavatelli potete decidere se essiccarli o congelarli: nel primo caso lasciateli per una notte su un canovaccio infarinato distanziandoli l’uno dall’altro; il tempo può variare a seconda dell’umidità presente nella stanza. Potete conservarli per un mese all’interno di un barattolo o di un sacchetto.
Se scegliete di congelarli, distribuite i cavatelli su un vassoio e riponeteli in freezer per circa mezz’ora prima di trasferirli in un sacchetto senza il rischio; in questo modo non si attaccheranno fra di loro.
Consiglio
A differenza dei cavatelli freschi che possono essere scolati appena salgono a galla, i cavatelli essiccati o congelati avranno bisogno di qualche minuto in più di cottura!