Espressa e saporita, è così che si può definire questa pasta con pesto invernale, un primo piatto facile e veloce per portare in tavola un condimento avvolgente, saporito e genuino. Una variante del tradizionale pesto di pomodori secchi che amerete alla prima forchettata. Alcuni tra i migliori prodotti italiani insieme per dare vita ad un condimento che si prepara mentre cuoce la pasta: pomodori secchi al naturale, nocciole croccanti, maggiorana fresca e l’olio extra vergine di oliva Toscano IGP dal gusto deciso ed elegante, perfetto soprattutto per le preparazioni a crudo come il pesto. Un giro di mixer et voilà: lasciatevi stuzzicare da questo primo piatto invernale dal gusto accattivante!,
Per realizzare la pasta con pesto invernale per prima cosa ponete sul fuoco un tegame colmo di acqua, portate al bollore e poi salate, servira per la cottura delle tagliatelle. Nel frattempo preparate il pesto: nella ciotola di un mixer dotato di lame versate i pomodori secchi (1), le nocciole (2) e la maggiorana ben lavata e asciugata (3).
Versate infine l’olio (4) e azionate il mixer (5) fino a ottenere un composto ben omogeneo (6).Cuocete la pasta al dente (6)
Trasferite il pesto in una padella ampia o in una ciotola (7). Scolate la pasta (8) e versatela direttamente nel condimento (9).
Aggiungete un mestolo di acqua di cottura della pasta (10) e mescolate a fuoco spento, il tempo di insaporirla (11). Servite la pasta al pesto invernale ben calda (12).
Conservazione
Consigliamo di consumare subito la pasta con pesto invernale. Potete conservare il pesto crudo in frigo in un contenitore ermetico per un paio di giorni oppure potete congelarlo.
Consiglio
I pomodori secchi al naturale garantiranno la giusta sapidità, consigliamo di salare poco e a aggiustare alla fine, una volta che il pesto sarà pronto, se necessario!
Avete mai provato le pallotte cacio e ova? Sono delle buonissime polpette senza carne, tipiche della cucina abbruzese! Morbide, gustose e ricche di formaggio! Una ricetta della tradizione contadina, ancora oggi tanto apprezzata e servita in tutte le trattorie tipiche della zona. Realizzarle è davvero semplice, una volta preparato l’impasto basterà appallottolarle, friggerle e ripassarle nel sugo. Potrete gustare le pallotte come antipasto o come secondo piatto, o in alternativa potrete farle in versione mignon e utilizzarle per preparare questi spaghetti alla chitarra. Le pallotte cacio e ova sono una vera libidine, preparate con pochi e semplici ingredienti!
Se cercate altre polpette senza carne provate anche queste alla ricotta e le polpette di pane. ,
Per preparare le pallotte cacio e ova come prima cosa preparate la passata. In un tegame versate un filo d’olio, aggiungete uno spicchio d’aglio (1) e lasciatelo imbiondire per un paio di minuti a fiamma bassa. Aggiungete quindi la passata (2), mescolate (3) e lasciate cuocere per una ventina di minuti, sempre a fiamma bassa e mescolando di tanto in tanto.
Nel frattempo preparate l’impasto delle pallotte cacio e ova. Come prima cosa tritate il prezzemolo (5), poi tagliate la mollica di pane raffermo (4). Trasferite quindi in un mixer (6) e frullate fino ad ottenere delle briciole.
Trasferite le briciole di pane in una ciotola (7), aggiungete il Pecorino grattugiato (8) e le uova (9).
Unite anche il prezzemolo (10), il pepe (11) e il sale (12).
Lavorate energicamente con le mani per qualche minuto, sino a che non avrete ottenuto un composto omogeneo (13). Formate le polpette, prelevando una porzione di impasto e appallottolatelo tra le mani (14). In tutto ne otterrete 15 (15).
Scaldate abbondante olio di semi, fino a raggiungere la temperatura di 160-170°. Immergete pochi pezzi alla volta (16) e cuocete per un paio di minuti, fino a che non sarano ben dorate. Scolatele (17) e trasferitele in un vassoio con carta da cucina (18).
A questo punto anche la salsa sarà cotta, aggiungete le polpettine all’interno (19), lasciate cuocere ancora una decina di minuti e spegnete il fuoco. Aggiungete delle foglioline di basilico, togliete l’aglio (20) e servite le vostre pallotte cacio e ova (21)!
Conservazione
Potete conservare le pallotte in frigorifero per 2 giorni. Potete congelare le polpette crude.
Consiglio
E’ possibile utilizzare anche diversi formaggi oltre al Pecorino, essendo una ricetta “povera” si possono utilizzare anche più formaggi stagionati e semi-stagionati per realizzare la ricetta.
La piadina romagnola è un’istituzione della nostra cucina, realizzata tradizionalmente con acqua, farina e strutto. Per chi non ama utilizzare questo particolare ingrediente, tuttavia, esiste una valida alternativa con olio d’oliva: la piadina senza strutto! Ideale per chi segue una dieta vegetariana ma non solo, la piadina senza strutto può essere farcita a vostro piacimento, dai ripieni più classici a quelli più originali. Scoprite quanto è semplice prepararla con le vostre mani e lasciate che siano i vostri commensali a scegliere come arricchirla… speck e scamorza, crudo e brie o un bel veggie wrap? Scatenate la fantasia e raccontateci la vostra piadina preferita!,
Per preparare la piadina senza strutto prendete una ciotola capiente e versate all’interno la farina, l’acqua (1), l’olio (2) e il sale (3).
Impastate velocemente con le mani per ottenere un composto compatto e omogeneo (4), poi trasferite l’impasto sul piano di lavoro e dividetelo in 4 parti con un tarocco (5). Pirlate velocemente ogni porzione di impasto facendola girare tra le mani (6).
Disponete le palline ottenute su un vassoio, coprite con pellicola e lasciate riposare a temperatura ambiente per 30 minuti (7). Trascorso questo tempo, stendete ciascuna pallina con il mattarello sul piano leggermente infarinato (8) fino a uno spessore di 2-3 mm (9).
Scaldate bene una padella ampia e cuocete una piadina per volta per circa 2-3 minuti per lato, facendola ruotare con la mano per evitare che si formino bolle d’aria (10) (11). Impilate le piadine una sull’altra man mano che saranno pronte (12). La vostra piadina senza strutto è pronta per essere farcita e gustata!
Conservazione
Si consiglia di consumare la piadina senza strutto appena pronta, per gustarne al meglio la fragranza. Si possono conservare ben coperte fino a 2-3 giorni.
Potete congelarle dopo averle cotte e lasciate raffreddare.
Consiglio
Se desiderate potete aggiungere un pizzico di bicarbonato nell’impasto per ottenere una piadina più fragrante!
Con il semolino si possono realizzare tante ricette dolci e salate: canederli, gnocchi, torte e stuzzicanti delizie come il semolino dolce che trovate qui. Questi bocconcini fritti nascono come parte integrante del tipico fritto misto alla piemontese, un piatto intramontabile della cucina contadina che prevedeva la frittura di avanzi di carne, frattaglie, verdure, ma anche frutta come le mele e il semolino dolce. L’impasto del semolino è addolcito con zucchero e aromatizzato con scorza di limone, una volta rassodato si impana con uova e pangrattato e si tuffa nell’olio bollente: il risultato è un dessert dorato e croccante caratterizzato da una bontà senza tempo!
Per preparare il semolino dolce versate il latte in un pentolino (1), aromatizzate con la scorza di un limone (2) e lo zucchero. Fate sciogliere lo zucchero, quando il latte bolle togliete la scorza di limone (3).
Versate a filo il semolino e con una frusta mescolate (4). Sostituite la frusta con una marisa e continuate a cuocere per circa 20 minuti a fuoco dolce finchè non si sarà ben rassodato (5). Ungete con olio di semi un vassoio da 40 x 30 cm (6).
Versate il semolino (7) e livellate bene con una spatola per distribuirlo in modo omogeneo (8), coprite con pellicola e lasciate raffreddare a temperatura ambiente, poi trasferite in frigo a rassodare (9) per 8 ore o tutta la notte.
Rovesciate il semolino su un tagliere (10) (11). Ritagliate con un coltello a lama liscia delle strisce oblique larghe coirca 3-4 cm (12).
Poi ritagliate delle strisce in verticale, sempre larghe 3-4 cm (13) così da creare delle losanghe, otterrete circa 40 pezzi. Sbattete le uova in una ciotola (14). Ora passate i rombi prima nell’uovo (15).
poi nel pangrattato (16) e adagiate su un vassoio (17). Scaldate l’olio di semi in un pentolino, quando avrà raggiunto i 170° immergete le losanghe (18)
friggete poco per volta nell’ olio caldo fino a doratura, basteranno pochi minuti (19). Scolate su carta assorbente da cucina (20). Servite il semolino dolce con dello zucchero a velo e gustatelo subito (21)!
Conservazione
Il semolino dolce è da consumarsi al momento. Si sconsiglia di conservare.
Consiglio
Per una frittura perfetta immergete pochi pezzi alla volta e munitevi di termometro da cucina per monitorare la giusta temperatura dell’olio. I più golosi potranno sciogliere del cioccolato fondente a bagnomaria e versarlo sul semolino dolce!
Un primo piatto di pasta originale e saporito? Provate la nostra pasta con baccalà! Durante le festività natalizie, e non solo, il baccalà spopola sulle tavole italiane con cotture differenti: accompagnati da un ricco condimento di ceci, morbidissimo in umido e tradizionale alla livornese. A Napoli poi non possono assolutamente non friggere, perciò proprio durante le feste natalizie, insieme al capitone, il baccalà fritto non manca! Oggi però ve lo proponiamo in questa versione leggera, sfiziosa e con un condimento molto saporito a base di olive e capperi. Ci sembrava irrinunciabile l’idea di una nota croccante, così abbiamo aggiunto una panure per renderlo particolarmente saporito. Siamo sicuri che vi stuzzichereremo con la nostra pasta con baccalà, che ne dite di iniziare?,
Per preparare la pasta con baccalà iniziate mettendolo a bagno per dissalarlo. Quindi trasferite i pezzi, o il pezzo intero eventualmente, in una ciotola e coprite con abbondante acqua fredda (1). Lasciate in ammollo per circa 2 giorni cambiando l’acqua a distanza di 4 ore finché l’ultima volta l’acqua non risulterà completamente limpida (2). Quando finalmente sarà dissalato sciacquate il baccalà (3)
e spostatevi sul tagliere. Tamponate il pesce con della carta assorbente per eliminare l’eccesso d’acqua (4). Eliminate con una pinzetta le eventuali spine presenti (5) e, con un coltello, eliminate la pelle e tagliate a cubetti (6).
Tritate al coltello una cipolla rossa di Tropea mondata (7) e tagliate a rondelle le olive verdi denocciolate (8). Spostevi ai fornelli: in una padella versate l’olio evo e aggiungete la cipolla, fate soffriggere per qualche minuto a fuoco medio quindi unite i cubetti di baccalà (9).
Dopo qualche minuto aggiungete pochissimo sale, o omettetelo a piacere, e un pizzico di pepe, quindi unite le olive a rondelle e i capperi scolati; dopo qualche minuto sfumate con il vino bianco e lasciate evaporare (10). Mentre il condimento ultima la sua cottura preparate la panure. In un’altra padella scaldate l’olio e aggiungete la mollica di pane sbriciolata (11), cuocete finchè non diventerà bruna (12).
Cuocete la pasta in acqua bollente e salata (13) e scolatela 2-3 minuti prima della fine della cottura. Quindi scolate gli spaghetti in padella con il condimento e ultimate la cottura a fiamma viva bagnando con l’acqua della pasta al bisogno (14). La vostra pasta con baccalà è pronta, guarnite i piatti con un po’ della panure e del prezzemolo tritato al momento e buon appetito (15)!
Conservazione
Una volta pronta la pasta con baccalà si consiglia di consumarla subito, ma volendo il condimento può essere preparato con qualche ora di anticipo.
Consiglio
Se volete preparare questa ricetta d’estate tenete in ammollo il baccalà in frigorifero.
Aggiungete della passata di pomodoro, per un effetto più cremoso, o qualche pomodorino fresco d’estate.
Il peposo è una ricetta toscana, tipica dell’Impruneta, un paesino alle porte di Firenze. Simile ad uno spezzatino, ma con molte sfaccettature diverse. La carne è cotta nel vino, solitamente si utilizza il Chianti, il vino rosso tipico di questa terra molto corposo. La carne assumerà un colore scuro e risulterà molto più speziata grazie all’aggiunta del pepe nero. Il peposo è conosciuto anche come peposo alla fornacina, infatti in passato questo veniva sistemato nelle ciotole di terracotta e la cottura avveniva molto lentamente, all’imboccatura delle fornaci. Cosiché i fornacini, commissionati da Brunelleschi per la realizzazione dei mattoni che servivano a realizzare la sua grandiosa cupola al centro di Firenze, potevano rifocillarsi dopo le loro fatiche di artigiani. Un piatto ricco di storia e di gusto, che oggi vi invitiamo a conoscere e provare.Cercate altre ricette toscane? Provate anche la mitica pappa al pomodoro e il castagnaccio! ,
Per preparare il peposo come prima cosa sistemate i granelli di pepe in una garza (1) e realizzate un pacchettino chiudendolo con dello spago (2). Passate ora alla carne, tagliatela prima a fette spesse circa 3 cm (3)
e poi a listarelle lunghe 4 cm (4). Non rifilate la carne dal grasso, a meno che non sia eccessivo. Ponete sul fuoco una pentola, possibilmente di ghisa, aggiungete la carne (5), gli spicchi d’aglio sbucciati (6)
e la garza con il pepe (7). Mescolate (8) e rosolate la carne per almeno 10 minuti. A questo punto versate il vino rosso (9)
e coprite con il coperchio (10). Lasciate cuocere a fiamma bassa per 2 ore. Togliete quindi il coperchio regolate di sale (11), mescolate (12) e lasciate cuocere per altre due ore sempre a fiamma bassa, mescolando di tanto in tanto.
Quando il sughetto si sarà ritirato eliminate la garza con il pepe (13). Il vostro peposo è pronto (14), assaggiate la carne per verificarne la cottura, se dovesse essere necessario regolate di sale e servitelo (15).
Conservazione
Il peposo può essere conservato in frigorifero per un paio di giorni. In alternativa se avete utilizzato tutti ingredienti freschi potete congelarlo.
Consiglio
Attenzione nel taglio della carne, cercate di ottenere dei pezzi regolari, così in cottura non si disferanno.
La ciambella è uno dei dolci casalinghi più amati, così alta e soffice, rappresenta una vera coccola per tutta la famiglia, da gustare a colazione oppure a merenda. E ora potrete sperimentare anche la ciambella al cocco, una variante arricchita con cocco rapè e latte di cocco che renderà questa delizia ancora più aromatica. Gli amanti di questo gusto esotico potranno provare anche altre ricette golose come la ciambella al cacao con il cuore di cocco, la torta cocco e cioccolato oppure l’irresistibile versione con Nutella, a voi l’ardua scelta tra queste delizie!,
Per realizzare la ciambella al cocco versate le uova intere in una ciotola ampia (1), aggiungete lo zucchero (2) e montate tutto con le fruste elettriche a velocità alta (3).
Quando il composto sarà chiaro e spumoso versate il latte di cocco (4), una volta incorporato unite anche il cocco rapè (5), la farina setacciata (6)
e anche il lievito setacciato (7). Una volta amalgamato (8), versate l’impasto in uno stampo da ciambela del diametro di 24 cm (9).
Cuocete (10) la ciambella in forno statico preriscaldato a 180° per 40-45 minuti, in base alla potenza del tuo forno. A cottura ultimata sfornate il dolce e lasciatelo intiepidire (11), quindi sformatelo su un piatto (12).
Guarnite con zucchero a velo (13) e cocco rapè (14). La ciambella al cocco è pronta per essere gustata (15).
Conservazione
La ciambella al cocco si può conservare fuori dal frigorifero per 3-4 giorni, coperta con una campana di vetro. Dopo la cottura può essere congelata e conservata per un mese.
Consiglio
In alternativa al latte di cocco potete utilizzare la stessa dose di yogurt al cocco. La ricetta prevede il cocco rapè, ovvero il cocco grattugiato, da non confondere con la farina di cocco, che ha una grana più raffinata e conferirebbe una consistenza diversa all’impasto.
Gli agrumi arricchiscono di colore i banchi della frutta in inverno e donano un profumo unico alle nostre ricette, come al risotto all’arancia con spada e gamberetti. Deliziati dalla semplice bontà del risotto all’arancia e al limone, vi proponiamo una raffinata variante di mare. Per calarci completamente nell’atmosfera natalizia abbiamo sfumato il riso con lo spumante ma, a differenza della ricetta con le capesante, abbiamo utilizzato anche il succo di arancia per portarlo a cottura. Ad aggiungere quel tocco di eleganza in più ci penserà la tartare di gamberetti con cui il piatto viene completato, che si cuocerà leggermente a contatto con il risotto ancora caldo. Preparate i bicchieri per il brindisi e stupite i vostri ospiti portando in tavola un primo piatto prelibato come il risotto all’arancia con spada e gamberetti!,
Per realizzare il risotto all’arancia con spada e gamberetti, per prima cosa occupatevi del pesce: pulite il pesce spada eliminando la pelle e l’osso centrale, poi tagliate la polpa a cubetti (1). Sgusciate i gamberetti privandoli della testa e del carapace (2), estraete il filo nero dal dorso e tritate la polpa al coltello (3).
Trasferite i gamberetti in una ciotola, aggiungete la scorza d’arancia grattugiata (4), olio (5), sale e un pizzico di peperoncino (6). Mescolate bene, coprite con pellicola e riponete in frigorifero a marinare mentre proseguite con la ricetta.
Ora mondate i porri e tagliateli a rondelle (7), poi tenetene da parte circa 50 g. Rosolate il resto dei porri in una casseruola dove avrete fatto scaldare un giro d’olio (8), poi unite il pesce spada (9) e lasciate insaporire brevemente.
Ora versate il riso (10) e tostatelo a fuoco vivace per un paio di minuti, mescolando spesso (11). Sfumate con lo spumante (12) e lasciatelo evaporare completamente, poi abbassate la fiamma e regolate di sale e di pepe.
A questo punto portate a cottura il riso aggiungendo il succo di arancia poco per volta, mescolando spesso e aspettando che il liquido venga assorbito prima di aggiungerne altro (13). Nel frattempo scaldate abbondante olio in un’altra padella e friggete i porri tenuti da parte (14), poi scolateli e trasferiteli su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso (15).
Quando il riso sarà cotto (16), spegnete la fiamma, versate un filo di olio a crudo e lasciate riposare per qualche minuto. Impiattate il risotto e completate aggiungendo al centro di ogni piatto una cucchiaiata di gamberetti marinati (17) e una manciata di porri fritti (18).
Condite con un filo d’olio (19), guarnite con del prezzemolo tritato (20) e servite il vostro risotto all’arancia con spada e gamberetti (21)!
Conservazione
Si consiglia di consumare il risotto all’arancia con spada e gamberetti appena pronto.
Consiglio
Potete sostituire 200 g di spumante con la stessa dose di brodo vegetale. Se desiderate profumare ulteriormente il risotto con spada e gamberetti potete aggiungere della scorza d’arancia grattugiata alla fine!
I cappellacci alla curcuma, burro e Grana Padano sono la ricetta di pasta fresca ripiena che stavate cercando. Fare la pasta in casa è sempre una grande soddisfazione, la nota speziata della curcuma darà una marcia in più a questi fagottini ripieni. Fuori un guscio morbido di sfoglia tirata ad arte accoglie una crema al Grana Padano DOP Riserva che è pura poesia. Noi abbiamo scelto di condire semplicemente con burro e Grana Padano DOP Riserva i cappellacci alla curcuma, ma potrete abbinarli anche ad un condimento di verdure in bianco, con la zucca o altre verdure di stagione che preferite!,
Grana Padano DOP 250 g (Riserva Oltre 20 mesi, da grattugiare)
Panna fresca liquida 150 g
per condire
Burro 50 g
Grana Padano DOP 20 g (Riserva Oltre 20 mesi, da grattugiare)
Preparazione
Per preparare i cappellacci alla curcuma, burro e Grana Padano iniziate dalla pasta fresca: in una ciotola capiente versate la farina, aromatizzate con la curcuma (1), unite le uova (2) e il sale (3).
Lavorate gli ingredienti a mano prima in ciotola (4), poi una volta che saranno ben amalgamati spostatevi sul piano di lavoro e maneggiate ancora sino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo, ben sodo (5). Tenete da parte per 30 minuti, a temperatura ambiente avvolto da pellicola Nel frattempo preparate il ripieno: versate il Grana Padano DOP Riserva grattugiato in un tegame (6).
unite la panna fresca liquida (7) e lasciate cuocere a fuoco basso per circa 5 min, mescolando di tanto in tanto (8) (9).
Una volta pronta trasferite la crema in un contenitore alto e lavorate con un frullatore ad immersione qualche istante (10). Coprire con pellicola e lasciar raffreddare in frigorifero sino all’utilizzo. Riprendere la pasta (11), prelevate il primo pezzo (12).
Stendete molto sottile con la macchina tirapasta, passando almeno due volte la pasta fresca nel rullo, al penultimo step della macchina, per ottenere uno spessore di circa mezzo centimetro (13). Passate così ognuno dei pezzi di pasta fresca (14) (15).
Da ciascuna ricavate dei quadrati da 6×6 cm (16), farcite ciascun quadarato con mezzo cucchiaino di ripieno al Grana Padano DOP Riserva (17). Spennellate leggermente i bordi con dell’acqua (18).
Chiudete prima a triangolo (19), schiacciate bene i bordi per sigillare (20), quindi ripiegate i due lembi verso il centro (21).
Chiudete i cappellacci unendo le due estremità (22), schiacciando bene. Continuate così per tutti gli altri (23) (24).
Ora che sono pronti, passate a cuocere e condire: mettete a bollire abbondante acqua in un tegame capiente e salate al bollore. In una padella capiente scaldate dolcemente il burro aggiungendo un mestolo di acqua di cottura. Cuocere in acqua bollente salata per circa 3 min i vostri cappellacci (25). Scolateli poi direttamente nella padella con il burro (26), aggiungete un mestolo di acqua ancora al bisogno (27).
Condite con Grana Padano DOP grattugiato (28), mescolate per emulsionare e saranno pronti (29) per essere impiattati (30).
Conservazione
Consigliamo di consumare subito appena pronti. In alternativa conservate i cappellacci in frigo in un contenitore ermetico per 1 giorno e scaldate all’occorrenza.
I cappellacci crudi si possono congelare su un vassoi e una volta induriti passarli in sacchetti gelo, per 3 mesi.
Potete congelare la pasta fresca da cruda, stesa in sfoglie o nei quadratini poi pronti all’uso. Congelatela su vassoi separando gli strati con carta forno. Quando saranno ben induriti, metteteli in sacchetti gelo e riponeteli nuovamente in congelatore. Quando li dovrete utilizzare lessateli direttamente da congelati in acqua bollente e procedete come da ricetta.
Consiglio
Potete aggiungere al ripieno anche dell’erba cipollina o del timo.
Potete aromatizzare con della salvia il condimento o aggiungere pancetta a dadini!
Arriva dal sud degli Stati Uniti ma ha riscosso un enorme successo in tutto il mondo, soprattutto fra gli amanti dello street food: stiamo parlando del pulled pork, il maiale sfilacciato protagonista di uno dei più famosi panini all’americana! Caratterizzato da una carne tenera e succulenta, il pulled pork viene tradizionalmente cotto al barbecue per diverse ore con una tecnica che permette di ottenere una nota piacevolmente affumicata. Il suo gusto inconfondibile, invece, viene conferito sia dal mix di spezie e aromi con cui viene cosparso prima della cottura, il cosiddetto dry rub, sia dalla salsa barbecue che si aggiunge solitamente dopo la sfilacciatura. Il pulled pork viene in genere abbinato al coleslaw, la tipica insalata di cavolo e carote, e gustato all’interno di un soffice panino da burger, ma se preferite è ottimo da servire anche da solo per un’indimenticabile cena a stelle e strisce!,
Per realizzare il pulled pork, per prima cosa preparate il rub: prendete un barattolo capiente e versate all’interno la paprika dolce e affumicata (1), lo zucchero muscovado (2) e il sale fino (3).
Unite anche l’aglio in polvere (4), il pepe bianco (5) e il coriandolo in polvere (6).
Infine aggiungete l’origano secco (7), il pepe di cayenna (8) e l’anice in polvere (9).
Mescolate bene tutte le spezie per ottenere un mix omogeneo (10); se necessario potete passarlo anche al setaccio. Ora prendete la spalla di maiale, aggiungete la senape (11) e spalmatela con le mani su tutta la superficie, sia superiore che inferiore, per creare un velo sottile (12).
Poi cospargete la carne con il rub (13), avendo cura di coprirla interamente (14). Nel frattempo accendete il barbecue e impostatelo per una cottura indiretta (15).
Versate la carbonella in una metà del barbecue (16) e adagiate nell’altra metà una vaschetta di alluminio che servirà per raccogliere i succhi della carne (17), poi posizionate la spalla di maiale sulla griglia nella zona senza calore diretto (18).
Impostate le aperture d’aria in modo da ottenere una temperatura della camera intorno ai 150° e procedete con l’affumicatura (19). Cuocete col coperchio per almeno un paio di ore o fino a quando il rub non avrà formato una crosticina, il cosiddetto bark (20). A questo punto trasferite la carne in una vaschetta di alluminio e avvolgete il tutto nella stagnola. Mettete la vaschetta sul barbecue (21) e continuate la cottura per altre 6-8 ore, avendo cura che la temperatura della camera rimanga sui 130°-150°. Potete verificare che la carne sia cotta misurando la temperatura al cuore che dovrà raggiungere i 97°-98°.
Trascorso il tempo di cottura, scolate il liquido di cottura che si sarà formato nella vaschetta ed eliminate le ossa con un paio di pinze da cucina (22), poi sfilacciate la carne utilizzando semplicemente 2 forchette (23), lasciando anche qualche pezzo intero (24).
Preparate la salsa: versate il ketchup in una ciotola insieme all’aceto di mele (25), pepe, sale (26) e zenzero in polvere (27).
Mescolate bene (28) e aggiungete la salsa ottenuta alla carne sfilacciata (29). Mescolate per amalgamare il condimento in modo uniforme (30).
Ora potete gustare il vostro pulled pork da solo o utilizzarlo per preparare un fantastico panino insieme all’immancabile coleslaw (31) (32) (33)!
Conservazione
Il pulled pork si può conservare in frigorifero per 5 giorni in un contenitore ermetico; prima di servirlo potete riscaldarlo in forno o al microonde oppure in padella con l’aggiunta di un pochino di acqua.
Si consiglia di condire solo la carne che andrà consumata e di conservare quella avanzata senza condimento.
Consiglio
Il taglio di carne perfetto per il pulled pork è il Boston butt, un taglio americano che comprende una porzione della spalla e della coppa del maiale. Per questo motivo in Italia viene solitamente utilizzata la spalla di maiale, ma in alternativa potete scegliere anche la coppa: tenete conto però che il tempo di cottura varierà in base al peso della carne.
Potete personalizzare il rub aggiungendo anche cumino, senape in polvere o cipolla disidratata.
Provate a sostituire il classico panino da burger con una tradizionale pita greca da preparare con le vostre mani!
Se avete un barbecue a carbone potete utilizzare la tecnica dello snake o del minion.